Quando le foglie cadono sul campo, riconosco il Tempo. Ma questa non è che una trappola, non credi? Una trappola per cibarsi di cosa? C'è rimasto qualcosa su questa via, oppure è semplicemente grano lasciato libero di trovarsi il proprio ruolo? Quando avevi i capelli più lunghi ricordo che ti prendevi un momento della giornata per pettinarli. Avevi la testa di un merlo disegnata sulla maglietta. Il grosso becco rivolto verso il basso, gli occhi nascosti dalle tue ciocche più lunghe. Superavano le clavicole. Eri allo specchio. I tuoi occhi incontravano il Tempo fermo. Io non riuscivo a muovermi. Oggi riuniamo tutti i nostri amici fuori dalla porta, per osservare il granito che sbriciola e sommerge le linee ondulate che disegnano il confine delle colline con il cielo. Sono felice tu sia qui con me. Gli steli d'erba sono i miei piccoli animali, gli insetti che vivono alle radici sono il telo che ho messo sotto le tegole della casa perché la luce del sole non esca fuori dal sottotetto. Le travi portano i nomi di tutte le nostre personificazioni mensili. Abbiamo centoquindicimilatrecentosessantaquattro anni e sappiamo tuttavia di non averli del tutto. Non ricordo di aver mai avuto un solo dubbio. Il giorno in cui hai deciso di cambiare il polso su cui mettere il tuo bracciale preferito ho chiesto scusa ad un signore al cui saluto, Tempo addietro, non avevo risposto. Ho fumato con lui, bevuto con lui, ma non abbiamo parlato. Prima di andare via mi ha detto di regalarti un merlo. Quando sono uscito da casa sua, essa è crollata. Da sotto le macerie un merlo ha spiccato il volo e si è posato sul mio braccio. Sul suo becco c'era disegnato il tuo viso. In quel momento qualcosa è cambiato. i tuoi capelli sono cresciuti di nuovo. So il loro numero esatto. Lo ripeto tutte le mattine. Quando mi dimentico di farlo c'è pioggia. E' giusto che capiti di dimenticarlo. Senza questa dimenticanza non ci sarebbero foglie che il Tempo possa far cadere.
Quando le foglie cadono sul campo, riconosco il Tempo.
RispondiEliminaMa questa non è che una trappola, non credi?
Una trappola per cibarsi di cosa? C'è rimasto qualcosa su questa via, oppure è semplicemente grano lasciato libero di trovarsi il proprio ruolo?
Quando avevi i capelli più lunghi ricordo che ti prendevi un momento della giornata per pettinarli. Avevi la testa di un merlo disegnata sulla maglietta. Il grosso becco rivolto verso il basso, gli occhi nascosti dalle tue ciocche più lunghe. Superavano le clavicole.
Eri allo specchio. I tuoi occhi incontravano il Tempo fermo. Io non riuscivo a muovermi.
Oggi riuniamo tutti i nostri amici fuori dalla porta, per osservare il granito che sbriciola e sommerge le linee ondulate che disegnano il confine delle colline con il cielo. Sono felice tu sia qui con me.
Gli steli d'erba sono i miei piccoli animali, gli insetti che vivono alle radici sono il telo che ho messo sotto le tegole della casa perché la luce del sole non esca fuori dal sottotetto.
Le travi portano i nomi di tutte le nostre personificazioni mensili. Abbiamo centoquindicimilatrecentosessantaquattro anni e sappiamo tuttavia di non averli del tutto.
Non ricordo di aver mai avuto un solo dubbio. Il giorno in cui hai deciso di cambiare il polso su cui mettere il tuo bracciale preferito ho chiesto scusa ad un signore al cui saluto, Tempo addietro, non avevo risposto.
Ho fumato con lui, bevuto con lui, ma non abbiamo parlato. Prima di andare via mi ha detto di regalarti un merlo. Quando sono uscito da casa sua, essa è crollata. Da sotto le macerie un merlo ha spiccato il volo e si è posato sul mio braccio. Sul suo becco c'era disegnato il tuo viso.
In quel momento qualcosa è cambiato.
i tuoi capelli sono cresciuti di nuovo. So il loro numero esatto. Lo ripeto tutte le mattine. Quando mi dimentico di farlo c'è pioggia. E' giusto che capiti di dimenticarlo.
Senza questa dimenticanza non ci sarebbero foglie che il Tempo possa far cadere.
Bello! ma mi metti in imbarazzo, poi il disegno chi lo guarda più? ahahah
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